Suzuki “Jimny Mata”, il canto del cigno gusto retrò

Suzuki “Jimny” è una delle fuoristrada più apprezzate dal mercato grazie al suo ottimo rapporto fra prestazioni, funzionalità e prezzo. Compatta nelle dimensioni ma abitabile dentro e ricca in termini di dotazioni, avanza doti fuoristradistiche analoghe se non superiori a quelle proposte dalle più blasonate concorrenti americane e inglesi, ma realizzandole con un quattro cilindri da un litro e mezzo di cubatura erogante 102 cavalli i cui consumi sono alla portata di tutte le tasche. Le dimensioni ridotte le permettono inoltre di marciare in ambienti e su sentieri proibiti alle fuoristrada più corpulente, mentre la meccanica semplice e per certi versi tradizionale in quanto basata su un telaio a lungheroni, facilita eventuali personalizzazioni finalizzate al racing o al fuoristrada specialistico.

Più di mezzo secolo di successi

Il tutto abbinato a un look simpatico e sbarazzino che non ha mancato di ammaliare anche l’utenza meno sportiva per oltre mezzo secolo. L’auto venne infatti introdotta sul mercato all’inizio degli Anni 70 con il modello “Lj10”, un off road “duro e puro” che nel 1981 cedette il passo a una seconda generazione, antesignana dei moderni suv in quanto pur essendo caratterizzata da doti fuoristradistiche di elevato livello risultava fruibile anche nell’uso quotidiano quale auto compatta. La formula diede luogo a un successo di portata globale spingendo i tecnici nipponici ad accentuare il carattere utilitaristico del veicolo con il lancio della terza serie, nel 1998, ancora più confortevole, aerodinamicamente ottimizzata e piacevole da guidare su asfalto ma sempre fedele alle sue prestazioni off-road.

Dal fuoristrada al traffico urbano

Ciò grazie alla presenza di sospensioni a ponte rigido sia all’anteriore sia al posteriore e al sistema di trazione integrale “4Wd AllGrip Pro che di norma agisce posteriormente, ma con l’anteriore inseribile anche in movimento e, fermandosi, inserendo anche le marce ridotte. Tali connotazioni si sono poi ulteriormente evolute nel tempo trovando il loro apice nell’attuale “Jimny” venduto però in Italia solo nella variante “Pro”, omologata autocarro e quindi a due posti causa le assurde e restrittive norme europee anti-inquinamento che penalizzano le vetture compatte azionate da unità termiche efficienti per spingere costosi e pesanti pachidermi a propulsione elettrica.

Oltre 900 litri la capacità di carico

L’omologazione due posti dà origine a una volumetria posteriore di quasi 900 litri, ma ovviamente ha rappresentato un limite pesante per la diffusione della vettura rendendola accessibile solo a un pubblico di nicchia. Da qui la decisione da parte di Suzuki a toglierla completamente dal mercato ma non prima di averne riproposto una ennesima ed esclusiva versione denominata “Jimny Mata” che di fatto integra tutti i contenuti tecnici e funzionali che caratterizzano “Jimny” abbinandoli a una carrozzeria color argento con tetto nero le cui linee sono sottolineate da una griglia frontale vintage dalle forme pulite. Di serie una protezione anterioreche completa il paraurti aggiungendo muscolosità al design, protezioni laterali che fanno da scudo alle lamiere, scudi dialluminio per differenziale e sottoscocca e un set di cerchi di lega leggera ausiliario per permettere di cambiare le gomme al passaggio della stagione. Di fatto un canto del cigno degno di una soubrette, ma che non si deve dare per scontato. Il termine giapponese “mate” può essere tradotto con le parole “ancora” e “oltre”, formula interpretabile quale invito ad attendere una futura e nuova generazione della piccola fuoristrada nipponica.

Titolo: Suzuki “Jimny Mata”, il canto del cigno gusto retrò

Autore: Redazione

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